Per mia fortuna sono nata
dopo la guerra, ma in tempo per vedere le sue ferite che ancora oggi
restano nel ricordo.
Ho potuto assaporare
l'evoluzione della rinascita, le novità della tecnologia con
privilegi che i miei antenati non hanno potuto godere, il lavoro che
rendeva la vita dignitosa e i giovani pieni di speranza per il
futuro.
Ho respirato per un po'
aria pulita e gustato cibi non contraffatti, ho visto il susseguirsi
di stagioni ben delineate mettendo le scarpe bianche a Marzo e il
cappotto a Novembre, potevo camminare per le strade senza timore di
essere aggredita e l'amore, soprattutto l'amore, la solidarietà,
l'accoglienza, il sano divertimento, erano prerogative che si
vedevano in ogni dove.
Lascerò invece un mondo
dove non esiste più tutto questo e i giovani senza futuro che cosa
potranno ricordare? Un mondo senza stagioni, senza amore, un'aria
inquinata e cibi che alimentano malattie sempre più frequenti e
incurabili, famiglie disastrate peggio dei palazzi sotto le bombe,
esasperazione e miseria per una politica catastrofica che ci porta
tutti alla deriva.
Scusate, amici, se vi
lascio un po' soli, ma sono in una fase di stallo e di riflessione.
Ma tornerò, ve lo prometto.
leggo queste tue indiscutibili verità e rifletto sui disastri del vivere oggi.
RispondiEliminaGli amici sanno comprendere e attendere il tuo ritorno.
Un abbraccio.
haffner
quanti pensieri assopiti hai disotterrato,
RispondiEliminapossiamo però dire di essere stati testimoni del bum economico, del primo uomo sulla luna del computer e dei cellulari. Effetti collaterali disastrosi dall'inquinamento della vittoria della plastica sul fare semplice delle cose e dell'avvento dei grandi centri commerciali e la morte delle botteghe e tanti laboratori artigianali.....
Tu, caro Andrea, puoi ancora assaporare i profumi e la semplicità della tua montagna.
EliminaTu, solingo augellin, venuto a sera
RispondiEliminaDel viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
Exigua pars est vitae, qua vivimus.
Ceterum quidem omne spatium
non vita sed tempus est.
haffner
... Dopo il giorno sereno,
EliminaCadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Non è da escludere che le nuove generazioni abbiano le armi sufficienti per contrastare lo stigmatizzato contingente. Questo non diminuisce certo la preoccupazione paventata, solo la ridimensiona. Non è un grande male che non ci sia più la definizione delle stagioni, la natura sa adeguarsi e rispondere in modo proporzionale alle distrazione dell'uomo. I valori è vero, non sono più considerati, e questo è quanto amplificato dai media e ormai dalle masse omogenee, poi quando parli con un ragazzo ti rendi conto dei valori che lo contraddistinguono, e non sono pochi, non tutto è perduto, a distanza dai riflettori e del dover apparire più belli e più saggi degli altri affiora una verità vera e imprescindibile che è quella che tocchi con mano e che appuri personalmente e dalla quale nessuno può scostarti. Certo i noti social operano una sorta di regressione nelle relazioni e forse in questo è insito un pericolo non trascurabile considerando che sta attecchendo anche fra coloro che non possono essere più annoverati fra i teen...ma la ciclicità della storia ci insegna la possibile ripresa di tali abitudini diventate desuete.
RispondiEliminaConcordo con la tua riflessione, di fondo, meno con il tuo stallo...! Ma lo stallo può essere evitato dando più gas al motore sai!
Come sai di non essere mai davvero sola.
Un amico.
La mia macchina va a benzina e nemmeno quella verde. :-)
EliminaCiao, forse lasciarci non è un bene. Ma davanti ad una scelta ragionata ogni parola è vana.
RispondiEliminaDa parte mia, certamente, Ti attenedrò con desiderio.
banzai43
Caro Banzai, non vi lascio, non vi lascio... resto solo un po' in disparte e rispondo ai vostri commenti. Poi, quando passerà questo periodo un po' buio, riprenderò.
EliminaUn caro saluto.
Siamo stati fortunati a vivere in tempi che avevamo tutto senza avere niente.
RispondiEliminaRiposati, se resto ti aspetto...
Abbraccio. robi
Cosa vuoi dire con quel "se resto" ?
EliminaNon facciamo scherzi e aspettami tranquillo.
Ti abbraccio più forte che mai.
Vorrei che descrivessi la bella e disarmante opera che hai postato insieme a questo tuo scritto.
RispondiEliminaE nel farlo, vorrei che tenessi presente quanto sei in grado di dire e di fare, per te stessa e per quanti hanno il dono di viverti, anche nel virtuale.
Ti abbraccio e ti aspetto.
Per te, Calo, faccio questo ed altro.
EliminaDunque, alla scuola di scultura stavo facendo uno studio sulla mano dell'uomo, ma lasciare una mano a grandezza naturale così nuda e cruda, non mi spiegava niente e quindi mi è venuta l'idea di costruire un'opera più "imponente", ispirandomi alla mia poesia intitolata INVOLUZIONE:
Meteore di avidità,
scintille di rancori,
spade che trafiggono
povertà di coscienze,
odio che trabocca
tra popoli e nazioni,
menti contorte
che mirano al potere,
donne di facili costumi
travolte dalle spire,
natura devastata
da mani inconsapevoli.
Tutto involve nel buio
se accenno di speranza
non resiste al danno,
protesa verso l'alto
a cercar di salvare
quel poco che rimane.
La mano rappresenta il BENE - SALVEZZA, che schiaccia il serpente che raffigura il MALE - DISTRUZIONE dei valori umani e della natura.
Tra le spire del serpente si intravedono dei corpi umani deboli e ormai sopraffatti da tutte le cose negative che scelgono durante la loro vita, mentre quello di spalle cerca di liberarsi aggrappandosi alla mano, per salvarsi.
Sul fondo della scultura ci sono dei tronchi di alberi spezzati (la foto non rende bene e si vedono poco), che rappresentano il disfacelo della natura, che l'uomo non rispetta più.
Grazie, cara, dei tuoi complimenti. Un abbraccio forte forte.