Si chiude un altro pezzo di storia, perché il cantiere navale Fratelli Orlando è stato uno storico cantiere di Livorno, fondato nel XIX secolo e acquistato, a seguito di una crisi finanziaria, dalla società Azimut-Benetti, ancora operante per yacht di lusso.
La concessione del
cantiere fu affidata nel 1866 alla famiglia Orlando, che
in breve ne fece un cantiere moderno ed al passo con le altre nazioni
europee, grazie alla costruzione di importanti corazzate militari.
Il cantiere navale Fratelli Orlando venne fondato come società
in nome collettivo. Gli Orlando erano quattro fratelli (Luigi,
Salvatore, Paolo e Giuseppe) originari della Sicilia, già
proprietari di una officina meccanica in Palermo; inoltre Luigi,
prima di rilevare la fabbrica livornese, era stato direttore
dell'arsenale di Genova, divenuto in seguito il cantiere
Odero.
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Tra
le prime navi allestite nel cantiere labronico occorre ricordare la
possente Lepanto, gemella dell'Italia, varata nel 1883 tra
molte preoccupazioni a causa dell'inadeguatezza della darsena in cui
sarebbe dovuta avvenire la discesa in mare. Molti sono gli aneddoti
legati a questo varo. I tecnici della Regia Marina, vista la
situazione critica, avevano persino ipotizzato di smantellare la
nave, mentre Salvatore Orlando diede ordine di disporre
trasversalmente una serie di gomene così da rallentare la marcia
dello scafo. Le cronache narrano che tanta era la tensione legata a
questo evento, dal quale dipendeva il futuro del cantiere stesso, che
Salvatore Orlando presenziò al varo con una rivoltella in
tasca per togliersi la vita in caso di insuccesso.[2] Il felice
esito del varo portò al concretizzarsi di un'ulteriore serie di
commesse provenienti anche dall'Argentinae dal Portogallo.
Parallelamente, con la costruzione del più grande Scalo Morosini, il
cantiere fu in grado di far fronte anche alle lavorazioni più
impegnative.
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L'importanza del cantiere
crebbe notevolmente, tanto che, nel 1886 gli operai erano
ben 1.140, ma numerosi erano anche gli addetti in industrie legate
alla cantieristica, come la società metallurgica italiana.
Questa progressiva industrializzazione, che interessò soprattutto le
aree a nord della città, segnò il superamento della crisi legata
all'abolizione del porto franco (1868).
Nel 1904 la
denominazione ufficiale cambiò in "Cantiere Navale Fratelli
Orlando & C." e nel 1925 in società
anonima "Cantieri Navali Orlando".
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Oggi ho fotografato questo ingresso in fase di ristrutturazione e come si può notare sulla destra della foto, dove prima c'erano i capannoni di lavoro, hanno costruito una serie di negozi, tra cui la Coop, e abitazioni in stile moderno con balconi che sembrano gabbie.
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Incrociatore Trento
Incrociatore Gorizia
Incrociatore Pola
Cacciatorpediniere Camicia Nera
Dopo la realizzazione
dell'incrociatore Trento, varato il 4 ottobre 1927,
nel 1929 in seguito alla fusione con l'Odero-Terni,
proprietaria del cantieri del Muggiano e delle Officine
Meccaniche Vickers-Terni di La Spezia e
dei cantieri Odero di Genova la denominazione del cantiere
divenne Odero-Terni-Orlando con direzione amministrativa
a Genova.
Con la costituzione dell'IRI nel 1933, il
cantiere entrò a far parte delle società a partecipazione statale.
In questo periodo numerose furono le realizzazioni dello
stabilimento, come gli incrociatori pesanti Gorizia,
nel 1930 e Pola nel 1931, l'intera classe di cacciatorpediniere Poeti diversi, cacciatorpediniere della classe Soldati, tra cui l'unità
capo classe Camicia Nera, nel 1938.
In questo periodo il
cantiere dette prova di aver raggiunto un’elevata capacità nelle
costruzioni navali, e vi furono anche realizzazioni per marine estere
in particolare la realizzazione dell’esploratore veloce Taškent,
realizzato nel 1937 per la Marina sovietica.
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Nel corso della seconda
guerra mondiale i catastrofici bombardamenti causarono
danni ingentissimi all'intera struttura, quasi completamente
distrutta.
Il 28 maggio
del 1943 i bombardieri americani sganciarono
centinaia di bombe sulla città di Livorno, colpendo a più riprese
gli stabilimenti. Per non fermare la produzione, le officine
meccaniche furono spostate presso gli stabilimenti della SICE, altre
officine presso l'Accademia navale, mentre gli uffici e la direzione
presso un edificio adAntignano.
In seguito alle vicende che seguirono
l'armistizio dell'8 settembre, il cantiere venne occupato
dai tedeschi, che vi rimasero fino all’arrivo degli americani
nel luglio del 1944.
Nel dopoguerra furono
quindi avviati i lavori di ricostruzione, che procedettero tra molte
difficoltà, legate soprattutto all'opposizione della direzione
generale alla riapertura del cantiere labronico. Tuttavia, grazie al
contributo di tutti i lavoratori e dell'intera città, l'IRI stanziò
un finanziamento per la ricostruzione dello Scalo Morosini, i cui
lavori cominciarono nel 1949, mentre il cantiere, insieme a
quello del Muggiano, venne incorporato dall'Ansaldo.
Sotto la nuova gestione il cantiere
assunse la denominazione "Ansaldo S.p.A. - Stabilimento Luigi
Orlando". In quegli anni circa duemila dipendenti lavorarono
alla costruzioni di navi quali il peschereccio oceanico Mafalda,
la cisterna Mino D'Amico, le petroliere Adriana
Fassio e Antonietta Fassio, la motonave Tito
Campanella e le navi militari Indomito e Intrepido.
A questa fase di intensa attività
seguì, a partire dagli anni sessanta, un periodo di crisi che
portò ad un ridimensionamento del cantiere, con i dipendenti in
eccesso che furono trasferiti in un nuovo stabilimento di carpenteria
metallica a Guasticce (la CMF, oggi riconvertita ad altri
usi), nel comune di Collesalvetti.
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Questa mattina ho fotografato quello che resta del vecchio cantiere.
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Ma in compenso hanno costruito sfilze di edifici ad uso abitativo, per uffici, negozi che in maggior parte sono ancora chiusi, qualche piccolo supermercato.
Con la crisi che c'è in Italia, chi avrà il coraggio di aprire un negozio in questa zona? E chi andrà a comprare o ad abitarci, quando non ci sono soldi neppure per mangiare?
Ma sì, i clienti ricchi del cantiere Benetti!
che strana sensazione, rivedere nelle tue foto alcune simili a quelle che aveva scattato mio nonno quando aveva lavorato li, un occasione per salutarlo con sentimento...
RispondiEliminaandando oltre al personale... proseguiamo a cancellare la storia, la nostra storia...
Ciao Erik, davvero tuo nonno aveva lavorato al Cantiere? Se hai qualche foto, ce le potrei aggiungere come testimonianza di un passato splendore lavorativo, che non deve essere dimenticato.
EliminaHai scritto un post indimenticabile per verità, documentazione e nostalgia.
RispondiEliminaBrava Nadia!
Ti varo un abbraccio...! robi
Ti giuro, Robi, mi sarei messa a piangere.
EliminaHanno aperto da poco la viabilità in questa zona, infatti durante le mie passeggiate provavo rammarico e nostalgia nel vedere le paratie in legno che chiudevano la vista alla demolizione dei vecchi capannoni.
Questa mattina, all'alba (sì, mi sono promessa di sgranchire ogni giorno le mie gambe per non stare troppo al computer), ho voluto immortalare l'obbrobrio del progetto per'altro non ancora del tutto ultimato.
L'avranno ideato nella speranza che l'Italia si riprenda dalla crisi e che la gente compri quegli appartamenti a caro prezzo?
Aggiungo al varo, come usava una volta, una bottiglia di champagne :-)
Un vero set fotografico, complimenti, non conosco bene Livorno ma sembra anche grandina come estensione la tua città. Luigi Orlando era anche il fondatore della nostra S:M:I tuttoggi traslocata a Fornaci di Barga e si occupa di rame e annessi. Da noi faceva le pallottole per l'esercito italiano. Pensa un po in quante tasche avevano messo le mani questi orlando. Venivano da Trieste a quanto so
RispondiEliminaPER HAFFNER: Non riesco più a commentare sul tuo blog e non mi si apre il login. :-(
RispondiEliminaSpero che questo ti giunga Nadia. Non so dirti per quale motivo ma trovo grosse difficoltà a gestirlo pure io, oramai straniero in casa.
RispondiEliminaQuesta è una prova per verificare se almeno io riesco a commentarti.
Ciao Nadia.
Allora passa a blogspot.it, come abbiamo fatto noi.
EliminaHallelujah!!! ci sono riuscito!
RispondiEliminaMa dove vai a trovare tutto questo ben di dio di notizie e riferimenti?
Bisognerà che ne parli a Robi, e presto anche, tu saresti la migliore cronista del condominio.
Ciao enciclopedica Nadia.
haffner
Beh, caro Haf, io sono una donna paziente e con pazienza ho trovato su Internet qualche vecchia notizia e poi ho fotografato personalmente quello che è stato costruito di nuovo, sullo spazio dove sorgeva il cantiere.
EliminaSe tu e Robi decidete di fare una testata giornalistica, sarò onorata di essere un vostro cronista. :-D
Un caro saluto.
Malinconia...
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