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lunedì 14 luglio 2014

Alfredo Müller (pittore livornese)




Alfredo Müller
(Livorno 1869 - 1939)

Nato a Livorno in una famiglia benestante, si trasferisce giovanissimo a Firenze, dove frequenta le lezioni di Giuseppe Ciaranfi e Michele Gordigiani all’Accademia di Belle Arti. Nel 1886, ad appena diciassettenne anni, espone con Fattori, Lega, Adolfo e Ludovico Tommasi alla Prima Esposizione di Belle Arti a Livorno. Nel 1888, in seguito a dissesti finanziari, la sua famiglia decide di trasferirsi a Parigi, dove il giovane Muller segue l’insegnamento di Francois Flameng e, dopo il 1892, di Carolus-Duran. Supera tuttavia rapidamente la pittura d’impostazione accademica a favore delle ricerche cromatiche e luministiche degli impressionisti, in particolare Monet e Pissarro.
Fino al 1914 vive in Francia, alternando frequenti viaggi in Italia, dove espone più volte alla Promotrice fiorentina, ed è proprio il "carattere francese" dei sei quadri esposti a Firenze nel 1890-91, a suscitare vivacissime polemiche. Il "mullerismo" divide infatti l’ambiente fiorentino di fine Ottocento, tra giovani sostenitori, come Nomellini, Ferruccio Pagni, Enrico Banti, Edoardo Gordigiani, Leonetto Cappiello e detrattori come l’anziano Fattori, che nelle tre note lettere del gennaio-marzo 1891, accusa Plinio Nomellini e "un gruppo di scolari" di seguire passivamente l’esempio di Muller e le mode d’oltralpe, dimenticando le proprie origini artistiche.
Muller continua ad esporre e riscuotere successi nella Firenze degli anni Novanta: nel 1891-92 partecipa alla Promotrice e nel 1896-97 alla Festa dell’Arte e dei Fiori, con opere di indirizzo impressionista. Tornato a Parigi nel 1895 stringe amicizia con Pissarro, Renoir, Lautrec e Cezanne. La lezione di Cezanne in particolare è determinante per Muller, che sostituisce gradualmente il monettismo dei primi anni di attività con il cezannismo delle opere esposte nel 1914 alla II Secessione romana.
Nel 1903 soggiorna a Londra, nel 1908 sposa la pittrice Marguerite Thomann e nel 1913 diventa cittadino francese. L'anno seguente, allo scoppio della prima guerra mondiale, si trasferisce in Italia, prima a Taormina, poi a Firenze, in una villa a Settignano, dove vivrà fino al 1930. In questi anni partecipa attivamente alle iniziative espositive della città (come l’importante Primaverile fiorentina del 1922) e il linguaggio cezanniano dei suoi dipinti, come gli articoli pubblicati da Soffici su "La Voce", contribuiscono a diffondere in Toscana la conoscenza dell’artista francese. Come già in passato, l’attività di divulgazione culturale di Muller suscita profondo interesse nell’ambiente fiorentino. Insieme all’amico Edoardo Gordigiani, Muller contribuisce alla formazione della collezione di Egisto Fabbri, oggi dispersa, che comprendeva opere di artisti francesi, tra i quali, Cezanne e van Gogh.
L'attività espositiva di Muller proseguirà intensamente negli anni successivi: nel 1914 espone undici opere in una sala individuale alla Secessione romana, nel 1922 tiene una personale alla Galleria Pesaro di Milano e infine, nel 1930, allestisce un’altra importante personale alla Saletta Gonnelli di Firenze, prima di tornare stabilmente a Parigi, dove muore il 7 febbraio 1939.

(Testi: Gioela Massagli)















Sembrerà strano che una città semplice come Livorno abbia dato i natali a molti artisti e personaggi illustri, tra cui grandi pittori come Modigliani, Fattori, Nomellini, Benvenuti e tanti altri, meno ricordati, ma non di valore inferiore.
Alfredo Muller, a dire la verità non lo conoscevo fino ad ora, non se ne è parlato molto, ma la sua biografia è molto interessante e il valore di questo artista è riemerso da una mostra organizzata nelle sale dei Granai di Villa Mimbelli.
Per lo straordinario modo di cambiare stile e soggetti con particolare attenzione alla luce e riferimenti alla pittura di Cézanne (suo amico), Muller è stato definito "Un ineffabile dandy dell'impressionismo”.
Questa mostra ha consentito di restituire alla comunità cittadina un vero caposcuola, purtroppo dimenticato e  addirittura ignoto alla maggioranza dei livornesi. Si tratta del primo grande evento “volto a ricollocare degnamente tale caposcuola nell´entourage livornese, contribuendo a svecchiare la concezione di un Novecento Labronico legato all’eredità fattorina e valorizzando il respiro  internazionale di cui Müller risulta un protagonista di eccezionale talento espressivo assolutamente autonomo rispetto alla stagione artistica cittadina”.







domenica 15 giugno 2014

PIETRO MASCAGNI






Questo è il vecchio edificio di piazza Cavallotti dove è nato nel 1863 il compositore Pietro Mascagni.  












Questa foto del nuovo palazzo ricostruito in Piazza Cavallotti, è stata probabilmente scattata nei primi anni Sessanta, da autore sconosciuto. Sopra l'entrata è visibile una lapide che ricorda il luogo natale dell'autore di “Cavalleria Rusticana”.











Oggi il vecchio edificio è stato demolito, ma la lapide esiste ancora sulla facciata del nuovo.










Pietro Mascagni nacque il 7 dicembre 1863, a Livorno, in piazza delle Erbe, oggi Piazza Cavallotti. Proveniva da una famiglia abbastanza conosciuta nella città, ma di condizioni economiche non agiate, nonostante il padre fosse uno dei più facoltosi e conosciuti panettieri del centro di Livorno. Dopo aver ultimato gli studi ginnasiali, ai quali affiancò anche lo studio del pianoforte e dell'organo, dal 1876 si dedicò agli studi musicali, contro la volontà del padre, seguendo gli insegnamenti di Alfredo Soffredini, fondatore dell'Istituto Musicale Livornese, in seguito rinominato Luigi Cherubini, dove studiò anche violino, contrabbasso e alcuni strumenti a fiato. 


Dal punto di vista stilistico, la musica di Mascagni è spesso definita esasperata, sia per la propensione verso gli acuti, che per il largo uso ch'egli fa del declamato. In realtà, ciò riguarda una parte della sua produzione operistica (specialmente l'ultima fatica, il Nerone), ovvero quella finale, quando si era già in pieno clima espressionista.
Nei primi lavori Cavalleria, Amico Fritz, Ratcliff, Iris, Maschere e Rantzau, è invece vivo uno stile fine, ma decadente, che riaffiora similmente nella poesia e nella pittura di quel tempo.
L'unica vera e propria opera verista di Mascagni fu quindi Cavalleria.











La vita sentimentale di Mascagni fu a tratti burrascosa. Sposatosi in giovane età con la parmigiana Lina Carbognani, si infatuò poi, nel 1910, di una sua corista, Anna Lolli. La relazione rimase clandestina, ma fu vissuta intensamente dal maestro livornese, che scrisse più di quattromila lettere alla sua amata.
Mascagni fu un artista molto famoso non soltanto per le opere da lui scritte, o per la sua attività di direttore d’orchestra, ma anche perché fu un personaggio alla moda. Strinse amicizia con pittori come Giovanni Fattori, Gaetano Previati, Plinio Nomellini, ed ebbe un rapporto molto stretto con D’Annunzio, che prima lo criticò duramente (nel 1892 lo definì un capobanda), poi lo esaltò, e infine collaborò con lui per la Parisina.












L’iconografia classica immortala Mascagni con il consueto sigaro toscano tra le labbra e la folta capigliatura che lo ha fatto diventare famoso: il cosiddetto taglio alla Mascagni.


Pietro Mascagni morì nel suo appartamento all'Hotel Plaza di Roma (sua residenza stabile dal 1927) il 2 agosto del 1945: il Presidente del Consiglio dell'epoca, Ferruccio Parri, gli negò i funerali di Stato.
Radio Mosca fece un minuto di silenzio e la folla si accalcò per omaggiare la salma.  

















Ancora oggi si può visitare il suo sepolcro al Cimitero della Misericordia di Livorno, dove le sue spoglie furono trasferite nel 1951.


mercoledì 11 giugno 2014

AMEDEO MODIGLIANI





Amedeo Clemente Modigliani, noto anche con i soprannomi di Modì e Dedo, è stato un pittore e scultore italiano, celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati. Affetto da alcolismo e in cattive condizioni di salute, morì a Parigi il 24 gennaio 1920, all'età di soli trentacinque anni.
È sepolto nel cimitero parigino Père Lachaise.







La casa natale di Amedeo Modigliani si trova a Livorno, in via Roma numero 38, non distante dalla centrale Piazza Attias.
Qui, il 12 luglio 1884, nacque il celebre pittore labronico, quarto figlio di una famiglia appartenente alla numerosa comunità ebraica di Livorno.
Si tratta di una semplice palazzina ottocentesca su tre piani fuori terra. 











L'appartamento al primo piano, al cui interno è stato ricostruito l'arredamento dell'epoca, ospita una documentazione sulla vita di Modigliani (proveniente anche dagli Archives Légales di Parigi), come fotografie, documenti autografi. L'esposizione, curata dalla famiglia Guastalla, ripercorre la vicenda artistica e umana di questo grande artista livornese, protagonista delle avanguardie artistiche del primo Novecento.
Sono inoltre organizzate, conferenze su argomenti artistici vari, con l'intento di incentivare gli studi su Amedeo Modigliani e sugli artisti con i quali lo stesso fu a più stretto contatto, diffondendo così la conoscenza della sua opera.

L'appartamento posto al primo piano è visitabile, nel periodo estivo, tutte le mattine.



LE SUE OPERE: