giovedì 18 settembre 2014

QUEL CHE RESTA DEL CANTIERE ORLANDO A LIVORNO





Si chiude un altro pezzo di storia, perché il cantiere navale Fratelli Orlando è stato uno storico cantiere di Livorno, fondato nel XIX secolo e acquistato, a seguito di una crisi finanziaria, dalla società Azimut-Benetti, ancora operante per yacht di lusso.

La concessione del cantiere fu affidata nel 1866 alla famiglia Orlando, che in breve ne fece un cantiere moderno ed al passo con le altre nazioni europee, grazie alla costruzione di importanti corazzate militari. 
Il cantiere navale Fratelli Orlando venne fondato come società in nome collettivo. Gli Orlando erano quattro fratelli (Luigi, Salvatore, Paolo e Giuseppe) originari della Sicilia, già proprietari di una officina meccanica in Palermo; inoltre Luigi, prima di rilevare la fabbrica livornese, era stato direttore dell'arsenale di Genova, divenuto in seguito il cantiere Odero.


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Tra le prime navi allestite nel cantiere labronico occorre ricordare la possente Lepanto, gemella dell'Italia, varata nel 1883 tra molte preoccupazioni a causa dell'inadeguatezza della darsena in cui sarebbe dovuta avvenire la discesa in mare. Molti sono gli aneddoti legati a questo varo. I tecnici della Regia Marina, vista la situazione critica, avevano persino ipotizzato di smantellare la nave, mentre Salvatore Orlando diede ordine di disporre trasversalmente una serie di gomene così da rallentare la marcia dello scafo. Le cronache narrano che tanta era la tensione legata a questo evento, dal quale dipendeva il futuro del cantiere stesso, che Salvatore Orlando presenziò al varo con una rivoltella in tasca per togliersi la vita in caso di insuccesso.[2] Il felice esito del varo portò al concretizzarsi di un'ulteriore serie di commesse provenienti anche dall'Argentinae dal Portogallo. Parallelamente, con la costruzione del più grande Scalo Morosini, il cantiere fu in grado di far fronte anche alle lavorazioni più impegnative.



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L'importanza del cantiere crebbe notevolmente, tanto che, nel 1886 gli operai erano ben 1.140, ma numerosi erano anche gli addetti in industrie legate alla cantieristica, come la società metallurgica italiana. Questa progressiva industrializzazione, che interessò soprattutto le aree a nord della città, segnò il superamento della crisi legata all'abolizione del porto franco (1868).
Nel 1904 la denominazione ufficiale cambiò in "Cantiere Navale Fratelli Orlando & C." e nel 1925 in società anonima "Cantieri Navali Orlando".





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Oggi ho fotografato questo ingresso in fase di ristrutturazione e come si può notare sulla destra della foto, dove prima c'erano i capannoni di lavoro, hanno costruito una serie di negozi, tra cui la Coop, e abitazioni in stile moderno con balconi che sembrano gabbie.



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Incrociatore Trento

Incrociatore Gorizia

Incrociatore Pola

Cacciatorpediniere Camicia Nera

Dopo la realizzazione dell'incrociatore Trento, varato il 4 ottobre 1927, nel 1929 in seguito alla fusione con l'Odero-Terni, proprietaria del cantieri del Muggiano e delle Officine Meccaniche Vickers-Terni di La Spezia e dei cantieri Odero di Genova la denominazione del cantiere divenne Odero-Terni-Orlando con direzione amministrativa a Genova.
Con la costituzione dell'IRI nel 1933, il cantiere entrò a far parte delle società a partecipazione statale. 
In questo periodo numerose furono le realizzazioni dello stabilimento, come gli incrociatori pesanti Gorizia, nel 1930 e Pola nel 1931, l'intera classe di cacciatorpediniere Poeti diversi, cacciatorpediniere della classe Soldati, tra cui l'unità capo classe Camicia Nera, nel 1938.
In questo periodo il cantiere dette prova di aver raggiunto un’elevata capacità nelle costruzioni navali, e vi furono anche realizzazioni per marine estere in particolare la realizzazione dell’esploratore veloce Taškent, realizzato nel 1937 per la Marina sovietica. 




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Nel corso della seconda guerra mondiale i catastrofici bombardamenti causarono danni ingentissimi all'intera struttura, quasi completamente distrutta.
Il 28 maggio del 1943 i bombardieri americani sganciarono centinaia di bombe sulla città di Livorno, colpendo a più riprese gli stabilimenti. Per non fermare la produzione, le officine meccaniche furono spostate presso gli stabilimenti della SICE, altre officine presso l'Accademia navale, mentre gli uffici e la direzione presso un edificio adAntignano. 
In seguito alle vicende che seguirono l'armistizio dell'8 settembre, il cantiere venne occupato dai tedeschi, che vi rimasero fino all’arrivo degli americani nel luglio del 1944.
Nel dopoguerra furono quindi avviati i lavori di ricostruzione, che procedettero tra molte difficoltà, legate soprattutto all'opposizione della direzione generale alla riapertura del cantiere labronico. Tuttavia, grazie al contributo di tutti i lavoratori e dell'intera città, l'IRI stanziò un finanziamento per la ricostruzione dello Scalo Morosini, i cui lavori cominciarono nel 1949, mentre il cantiere, insieme a quello del Muggiano, venne incorporato dall'Ansaldo.
Sotto la nuova gestione il cantiere assunse la denominazione "Ansaldo S.p.A. - Stabilimento Luigi Orlando". In quegli anni circa duemila dipendenti lavorarono alla costruzioni di navi quali il peschereccio oceanico Mafalda, la cisterna Mino D'Amico, le petroliere Adriana Fassio e Antonietta Fassio, la motonave Tito Campanella e le navi militari Indomito e Intrepido.
A questa fase di intensa attività seguì, a partire dagli anni sessanta, un periodo di crisi che portò ad un ridimensionamento del cantiere, con i dipendenti in eccesso che furono trasferiti in un nuovo stabilimento di carpenteria metallica a Guasticce (la CMF, oggi riconvertita ad altri usi), nel comune di Collesalvetti.





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Questa mattina ho fotografato quello che resta del vecchio cantiere.




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Ma in compenso hanno costruito sfilze di edifici ad uso abitativo, per uffici, negozi che in maggior parte sono ancora chiusi, qualche piccolo supermercato. 
Con la crisi che c'è in Italia, chi avrà il coraggio di aprire un negozio in questa zona? E chi andrà a comprare o ad abitarci, quando non ci sono soldi neppure per mangiare? 
Ma sì, i clienti ricchi del cantiere Benetti!











11 commenti:

  1. Anonimo18.9.14

    che strana sensazione, rivedere nelle tue foto alcune simili a quelle che aveva scattato mio nonno quando aveva lavorato li, un occasione per salutarlo con sentimento...

    andando oltre al personale... proseguiamo a cancellare la storia, la nostra storia...

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    1. Ciao Erik, davvero tuo nonno aveva lavorato al Cantiere? Se hai qualche foto, ce le potrei aggiungere come testimonianza di un passato splendore lavorativo, che non deve essere dimenticato.

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  2. Hai scritto un post indimenticabile per verità, documentazione e nostalgia.
    Brava Nadia!
    Ti varo un abbraccio...! robi

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    1. Ti giuro, Robi, mi sarei messa a piangere.
      Hanno aperto da poco la viabilità in questa zona, infatti durante le mie passeggiate provavo rammarico e nostalgia nel vedere le paratie in legno che chiudevano la vista alla demolizione dei vecchi capannoni.
      Questa mattina, all'alba (sì, mi sono promessa di sgranchire ogni giorno le mie gambe per non stare troppo al computer), ho voluto immortalare l'obbrobrio del progetto per'altro non ancora del tutto ultimato.
      L'avranno ideato nella speranza che l'Italia si riprenda dalla crisi e che la gente compri quegli appartamenti a caro prezzo?

      Aggiungo al varo, come usava una volta, una bottiglia di champagne :-)

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  3. Un vero set fotografico, complimenti, non conosco bene Livorno ma sembra anche grandina come estensione la tua città. Luigi Orlando era anche il fondatore della nostra S:M:I tuttoggi traslocata a Fornaci di Barga e si occupa di rame e annessi. Da noi faceva le pallottole per l'esercito italiano. Pensa un po in quante tasche avevano messo le mani questi orlando. Venivano da Trieste a quanto so

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  4. PER HAFFNER: Non riesco più a commentare sul tuo blog e non mi si apre il login. :-(

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  5. Spero che questo ti giunga Nadia. Non so dirti per quale motivo ma trovo grosse difficoltà a gestirlo pure io, oramai straniero in casa.
    Questa è una prova per verificare se almeno io riesco a commentarti.
    Ciao Nadia.

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    1. Allora passa a blogspot.it, come abbiamo fatto noi.

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  6. Hallelujah!!! ci sono riuscito!
    Ma dove vai a trovare tutto questo ben di dio di notizie e riferimenti?
    Bisognerà che ne parli a Robi, e presto anche, tu saresti la migliore cronista del condominio.
    Ciao enciclopedica Nadia.
    haffner

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    1. Beh, caro Haf, io sono una donna paziente e con pazienza ho trovato su Internet qualche vecchia notizia e poi ho fotografato personalmente quello che è stato costruito di nuovo, sullo spazio dove sorgeva il cantiere.
      Se tu e Robi decidete di fare una testata giornalistica, sarò onorata di essere un vostro cronista. :-D

      Un caro saluto.

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